Archivio | marzo 2013

Nota di Loredana Di Giampaolo sulla proposta relativa alla seconda prova scritta

Alcuni insegnanti della scuola che dirigo hanno partecipato al Convegno “Come si traduce?”che ha evidenziato un problema che da molto tempo sottopongo ai Dipartimenti. Sono pienamente d’accordo sulla necessità impellente di rinnovare l’impostazione della seconda prova scritta prevista per il Liceo Classico. Mi preme dare il mio contributo e suggerire di prendere come modello il tipo di testo proposto ormai da anni per l’esame di stato del Liceo Classico Europeo. A mio parere risponde pienamente alle esigenze emerse.
Loredana Di Giampaolo, Dirigente scolastico del Liceo Classico “M.Delfico” di Teramo, ex docente di greco e latino.

Un suggerimento sulla seconda prova

Mi complimento per l’ottima proposta di rinnovamento della seconda prova scritta dell’Esame di Stato per il Liceo Classico: da tempo avevo lanciato l’idea di un rinnovamento (mi ricordo un lungo post su Facebook – Quelli che leggono il notiziario – subito dopo l’ultimo delirante Aristotele dello scorso luglio) e sono lieto che finalmente si stia concretamente ragionando in questa direzione.
Come già commentato sul post di FB, suggerirei l’apertura al confronto con le arti visive e la possibilità di un confronto col linguaggio delle arti, magari con un’immagine inserita a contorno del brano. Trovo inoltre buona l’idea della seconda parte con approfondimento guidato, senza però la frammentazione in quesiti che si riscontra, ad esempio, nell’attuale analisi del testo (tipologia A della prima prova scritta), col rischio concreto di dispersività. Al contrario, dovrebbe essere valorizzata la capacità del candidato di costruire un percorso autonomo di riflessione che rielabori i dati offerti dalla traduzione insieme con gli altri elementi (e in questo contesto, ripeto, non sarebbe negativo anche l’inserimento di un richiamo alla dimensione visiva).
Sergio Audano

Note a margine della proposta di cambiamento della prova dell’Esame di Stato emersa dal Convegno Come si traduce? 15-16 marzo 2013

Penso che sia importante sottolineare la necessità di rendere la prova conclusiva del curricolo delle lingue classiche coerente con l’impianto epistemologico-didattico di tutto l’indirizzo liceale e delle discipline di lingua e cultura latina e greca, in particolare, così come sono state delineate nel documento delle Indicazioni Nazionali per i Nuovi Licei. Nello specifico:
dalle Linee generali:
(Lo studente) Pratica la traduzione non come meccanico esercizio di applicazione di regole, ma come strumento di conoscenza di un testo e di un autore che gli consente di immedesimarsi in un mondo diverso dal proprio e di sentire la sfida del tentativo di riproporlo in lingua italiana.
[…]
Lo studente, inoltre, è in grado di interpretare e commentare opere in prosa e in versi, servendosi degli strumenti dell’analisi linguistica, stilistica, retorica e collocando le opere nel rispettivo contesto storico e culturale; ha assimilato categorie che permettono di interpretare il patrimonio mitologico, artistico, letterario, filosofico, politico, scientifico comune alla civiltà europea; sa confrontare modelli culturali e letterari e sistemi di valori; infine sa distinguere e valutare diverse interpretazioni; esporre in modo consapevole una tesi; motivare le argomentazioni.

dagli Obiettivi specifici di apprendimento:

Lo studente … si impegnerà a rendere nella traduzione lo specifico letterario del testo; saprà motivare le scelte di traduzione non solo attraverso gli elementi grammaticali, ma anche sulla base della interpretazione complessiva del testo oggetto di studio.

Quindi, la prova finale dovrebbe essere costruita in modo tale da verificare le seguenti conoscenze e competenze:

– saper contestualizzare opportunamente l’autore e l’opera (perciò devono essere fornite con la prova indicazioni essenziali sull’autore e l’opera, come per la prima prova di italiano, per favorire l’orientamento all’interno delle proprie conoscenze);
– comprendere l’argomento generale del passo;
-interpretare complessivamente il passo, dimostrando di averne compreso gli aspetti linguistici e stilistici (richiedendo semmai anche delle note di traduzione)
-inserire il passo nella poetica dell’autore/opera;
-individuare i sottoargomenti;
-stabilire confronti con altri autori/opere sulla base del genere o del tema.

A mio parere, bisognerebbe strutturare una tipologia di seconda prova, in modo tale da rendere facilmente verificabili degli obiettivi (quelli proposti o qualsiasi essi siano), che pertanto dovrebbero essere esplicitati. Pertanto, sarebbe utile suddividere in parti la prova, in modo che ad ogni attività possano corrispondere uno o al massimo due obiettivi. (Ne consegue che con la prova dovrebbe anche essere elaborata una griglia di valutazione, così da rendere la valutazione più omogenea.)

Ultima osservazione: la prova si dovrebbe presentare come più accessibile e non più complessa; il rischio è che si percepisca come l’aggiunta di attività ad una verifica già complessa in sé; perciò oltre alla definizione di un canone di autori (piuttosto limitato), bisognerebbe (a) contenere l’ampiezza del passo (nel caso si richieda una traduzione puntuale) e aumentare il tempo della prova; (b) richiedere un’interpretazione complessiva e personale e corredare la prova di domande anche di carattere linguistico.

Giovanna Domestico

Proposte sulla seconda prova di maturità

Proposte per una nuova impostazione della prova di traduzione all’esame di maturità emerse dal convegno ‘Come si traduce?’, organizzato dal centro A.M.A. dell’Università di Siena con la collaborazione del MIUR, Direzione generale ordinamenti scolastici e autonomia scolastica.

L’esperienza delle Olimpiadi del Classico è giunta al suo secondo anno di vita, fra Venezia e Napoli. Ci auguriamo possa continuare e svilupparsi facendo da volano a momenti sempre più partecipati a livello nazionale.
La discussione nata in seno ai gruppi di lavoro sulle prove per le Olimpiadi può servire da traccia per elaborare nuove proposte per la prova di maturità. In questo senso vanno le considerazioni che sottoponiamo all’attenzione della Direzione generale.
Ci sembra, innanzitutto, che vada mantenuta la caratteristica di centralità dell’abilità traduttiva come obiettivo di verifica della prova. La novità dovrebbero riguardare 1) le modalità di presentazione del testo da tradurre, 2) le varie competenze da mettere alla prova 3) la natura del testo da produrre.

1) Il testo da tradurre dovrebbe essere accompagnato da un ante-testo e da un post-testo con traduzione a fronte (pratica già utilizzata e quindi sperimentata con successo), in modo da poter ricostruire con sufficiente chiarezza il senso del testo offerto per la traduzione. Il MIUR potrebbe indicare ad inizio anno la rosa di autori (greci e latini) all’interno della quale sarà scelto l’autore del brano della seconda prova.
2) Dal momento che il testo è il documento di una cultura complessa che è stata approfondita negli anni di studio non solo sul versante linguistico, alla prova di traduzione potranno essere uniti a) quesiti riguardanti aspetti del brano offerto relativi al quadro storico-culturale, linguistico, storico-mitico; b) elementi di confronto con altri testi paralleli o dal contenuto affine presentati in traduzione (quindi testi sia greci che latini), che consentano anche paralleli di tipo linguistico e stilistico-retorico; richieste di commento su particolari aspetti del brano che consentano al candidato di recuperare unità didattiche linguistico-letterarie approfondite negli anni di corso; richieste di commento su significativi momenti di ricezione per testi particolarmente adatti.
3) Il testo che il candidato dovrà produrre sarà composto dunque di due parti, una di traduzione, una di approfondimento guidato. In questo senso riteniamo che anche la seconda prova del liceo classico debba presentare più opzioni che consentano al/alla candidato/a di scegliere un proprio percorso.

Una prova così strutturata dovrebbe risultare la conclusione coerente di un percorso di studio che abbia unito sin dall’inizio, in un intreccio fecondo, studio della lingua e studio della cultura che l’ha utilizzata.

Eventuali suggerimenti e proposte vanno inviati entro e non oltre martedì 19 marzo a luigi.spina@unina.it. Mercoledì il testo definitivo verrà inviato al MIUR, ripubblicato sul blog e diffuso attraverso le consuete reti di comunicazione.